Martedì 24 novembre alle ore 18, presso lo spazio DoubleRoom arti visive (via Canova 9, Trieste), avrà luogo il quarto incontro di approfondimento dedicato a Fiore de Henriquez, dal titolo L’Archivio Fiore de Henriquez a Peralta, una conversazione con Dinah Voisin, esecutore testamentario della de Henriquez e curatrice insieme a Massimo Premuda della prima mostra italiana organizzata dalla scomparsa della grande scultrice triestina Fiore de Henriquez (1921-2004) dal titolo In love with clay (Innamorata della creta) e visitabile fino al 29 gennaio 2016. Dinah Voisin, direttore dell’Archivio Fiore de Henriquez e amministratore del paesino di Peralta (Lucca), analizzerà la figura della scultrice partendo da ricordi personali sulla sua vita per restituire un ritratto quanto più intimo e vivo possibile, e racconterà alcuni aneddoti su Peralta, paesino toscano in rovina che la de Henriquez ha acquistato nel 1966, restaurato completamente e infine trasformato in colonia per artisti, e che da molti è considerato il suo capolavoro.
Negli ultimi anni, fra le varie azioni messe in campo dall’Archivio de Henriquez, si ricordano gli eventi realizzati a Peralta nel giugno 2014 per celebrare i 10 anni dalla scomparsa della scultrice con la ristampa del libro-intervista Art & Androgyny: the life of sculptor Fiore de Henriquez (The Book Mill, 2014, UK) della biografa inglese Jan Marsh, e la proiezione in prima assoluta dell’ultimo film sulla de Henriquez, il documentario del regista americano Richard Whymark Fiore about her life and work, as told by people she knew (2014, USA, 116′, API Productions), e dei film già editi Magnum Opus – Sculptor Fiore de Henriquez and her Tuscan hillside village di Charles Mapleston (riprese 1975-78, montaggio 2014-15, UK, 92’, Malachite), e Fiore di John Tully (1981-2001, UK, 32′, Brunswick Films). Tutti e tre i film, sottotitolati in italiano in occasione di In love with clay, prima mostra italiana dalla scomparsa dell’artista, verranno riproposti sul grande schermo venerdì 29 gennaio 2016 al Cinema Teatro dei Fabbri di Isidoro Brizzi per il finissage della mostra con un’introduzione critica di Mila Lazić dell’associazione Anno Uno.
Come detto, la storia della vita della de Herniquez è narrata in forma di intima intervista nel libro Art & Androgyny di Jan Marsh pubblicato nel 2004, anno della sua scomparsa, e in cui Dinah Voisin ricorda così il primo incontro con Fiore e il suo amore per la scultura: “Ho conosciuto Fiore per la prima volta, oltre 15 anni fa, quando sono venuta con i miei figli a soggiornare vicino a Peralta per le loro vacanze di metà trimestre; quando lei scoprì che non ero mai stata a Firenze, mi ha trascinato fuori per l’intera giornata, e siamo corse dritte al Museo del Bargello. Siamo passate oltre tutto il resto, e Fiore diceva: “Non puoi fermarti a guardare, ti verrebbe l’indigestione, devi vedere solo questo.” E così ci siamo precipitate direttamente davanti al David di Donatello. È stato un modo incredibile per me di visitare Firenze per la prima volta.”
L’incontro di approfondimento si inserisce nell’ambito di In love with clay, ampia mostra fotografica dedicata alla vita della grande scultrice Fiore de Henriquez (Trieste, 1921 – Peralta, 2004) a 11 anni dalla scomparsa, parte integrante del progetto multidisciplinare “Varcare la frontiera (identità #3)”, promosso dall’associazione Cizerouno e sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. La de Henriquez, sorella di Diego, eccentrico collezionista di cimeli di guerra, a cui la città di Trieste ha dedicato l’omonimo “Civico Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez”, di recente riapertura, ha avuto una vita straordinaria divisa fra Italia, Inghilterra e Stati Uniti, conoscendo alcuni fra i più importanti personaggi del jet set angloamericano e incarnando tutte le contraddizioni del ’900, inclusa una natura sessuale ermafrodita che le ha fatto travalicare con disinvoltura i classici ruoli di genere. L’esposizione, curata da Massimo Premuda e Dinah Voisin, e organizzata in collaborazione con l’Archivio Fiore de Henriquez di Peralta (Lucca), intende ripercorrere la vita di questa stupefacente autrice attraverso 4 sezioni tematiche che riassumono il suo periodo triestino, i celebri ritratti dei personaggi del jet set internazionale, il suo studio londinese, una vera e propria wunderkammer vittoriana a Cadogan Square, e infine una sezione dedicata ai ritratti fotografici che la immortalano mentre lavora, nelle situazioni pubbliche, ma anche nella vita privata. In adolescenza Fiore de Henriquez è diventata intersessuale con organi genitali doppi, e si dichiarò “orgogliosa di essere ermafrodita” e di essere “due persone all’interno di un corpo solo”. L’identità di genere della de Henriquez si rifletteva molto anche nel suo lavoro, soprattutto per i motivi ricorrenti di teste accoppiate, di figure siamesi e di creature mitologiche ambigue.
17 ottobre 2015 > 29 gennaio 2016
IN LOVE WITH CLAY vita di Fiore de Henriquez
a cura di Massimo Premuda e Dinah Voisin
testi di Roberto Benedetti e Valentina Fogher
in collaborazione con l’Archivio Fiore de Henriquez di Peralta (Lucca)
nell’ambito di Varcare la frontiera (identità #3)
a cura di Mila Lazić e Massimiliano Schiozzi
promosso da Cizerouno e sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
DoubleRoom arti visive
via Canova 9, 34129 Trieste
lunedì > venerdì 17-19
349 1642362 – doubleroomtrieste@gmail.com
https://www.facebook.com/doubleroomtrieste